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La questione mascherine

La questione mascherine poteva essere interpretata come “il minore dei sacrifici” per contribuire alla prudenza ecc. in tempi molto lontani rispetto a quelli odierni. Rendiamoci conto che stanno perpetrando un obbligo che l’anno scorso, in questo stesso periodo, non esisteva affatto. Con una emergenza già bella che finita da un pezzo, con varianti oramai ridicole. Perché lo fanno? Perché costringono i piccini a scuola? Perché insistono sulla mascherina? Per un lato, perché crea nella popolazione la percezione di una emergenza permanente; per l’altro lato, per tener salda la presa psico-cognitiva sui singoli. La mascherina è – ed è sempre stata, in verità – un simbolo di sottomissione al padrone, l’elemento visivo più funzionale per dividere le genti in buoni e cattivi, in obbedienti e disobbedienti. Nella mente dell’obbediente il ragionamento è di una superficialità imbarazzante, del tipo: “adottare una precauzione così innocua non costa nulla, ergo è stupido chi protesta anche su questo”. Peccato che questa precauzione non sia affatto innocua, peccato che essa sia nociva oltreché inutile. Non c’è una sola ragione, tantomeno di carattere scientifico, per imporre un dispositivo così dannoso per le vie respiratorie e per lo sviluppo sociale dell’essere umano. Aver fatto salvi gli obblighi sulle mascherine a scuola, aver imposto di fare gli esami di terza media con la mascherina sono decisioni che non hanno nulla a che vedere con la cosiddetta pandemia di coronavirus: tutto ciò è una barbarie gratuita volta all’addestramento para-militare delle popolazione, barbarie che ha creato e sta creando dei danni enormi, che vedremo per anni, in particolare a danno dei più piccoli. Inutile, poi, anche solo richiamare i successi ottenuti da Paesi più libertari del nostro: la possibilità di essere stato raggirato dal potere è qualcosa che la piccola mente del servo non può concepire.

(Marco Zuccaro)