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Lo stravolgimento della Storia

Alberto Fazolo: “Mi capita sempre più spesso di dibattere con persone della comunità ucraina in Italia che si rivendicano la figura di Stepan Bandera, il leader dei nazionalisti ucraini. Non so cosa ci sia scritto sui libri di storia in Ucraina ma sarà un po’ dura far mandare giù agli storici di mezzo mondo il fatto che Bandera non sia stato un collaboratore della Germania nazista. Uno stravolgimento della storia di questo tipo è inaccettabile e preoccupante.”

*Da notare quando la donna dice di stare zitti, perché “io sono ucraina”.


https://www.youtube.com/watch?v=p4jibrSDx9o&ver=1



Nato a Roma nel 1979, Fazolo è economista, giornalista, scrittore e attivista politico. Ha vissuto due anni nel Donbass, dal 2015 al 2017, Regione che in questo momento è più che mai al centro delle cronache internazionali. Nel corso della sua carriera, Fazolo ha scritto libri sulla situazione che l’Ucraina sta vivendo dal colpo di stato del 2014 quando fu estromesso dal suo incarico Viktor Janukvich. Fazolo si è recato nel Donbass e ha documentato la resistenza delle popolazioni locali contro le milizie che si rifanno chiaramente al nazismo e al fascismo. Il suo libro più famoso è “In Donbass non si passa. La resistenza anifascista alle porte dell’Europa”.

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Domenica 8 maggio a Roma

IL REGGIMENTO IMMORTALE A ROMA

L’Unione Sovietica è il paese che ha dato il contributo maggiore alla sconfitta del nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Al prezzo di 27 milioni di morti, l’URSS nell’aprile 1945 ha conquistato Berlino, mentre gli anglo-americani erano ancora molto lontani dalla città.
Il tributo di sangue e l’apporto militare sovietico alla liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo non ha eguali.
Il giorno dell’effettiva resa del Terzo Reich è il 9 maggio, data in cui si organizzano parate militari in seno ai festeggiamenti del “Giorno della Vittoria”: si osannano i veterani, si onorano anche i martiri. Per ovvie ragioni anagrafiche, ormai i veterani sono sempre di meno.

Dal 2012, in tante città della Russia- a margine dei festeggiamenti per la Vittoria e delle celebrazioni in memoria delle vittime, viene organizzato il Reggimento Immortale. Si tratta di una manifestazione civile in cui le nuove generazioni tengono viva la memoria di coloro che hanno combattuto. Di ciò si è particolarmente sentito il bisogno, dal momento che stanno morendo gli ultimi veterani della Seconda Guerra Mondiale.

Durante il Reggimento Immortale i parenti dei caduti portano il ritratto o la fotografia dei propri cari, i quali, simbolicamente, marciano uniti insieme ai vivi. Il senso è pertanto sia di ricordare chi ci ha dato la libertà, sia di passare alle nuove generazioni il testimone della memoria.
Il Reggimento Immortale si celebra in più di 80 paesi del mondo, ma con particolare partecipazione nello spazio post-sovietico. Oggi più che mai è importante celebrare il Reggimento Immortale, tenere viva la memoria di chi ha combattuto il male e non fare nemmeno un passo indietro di fronte al nazismo che è tornato ad ammorbare alcune parti d’Europa.

A Roma l’appuntamento è per domenica 8 maggio alle ore 11:00 in Piazza San Giovanni. L’invito a partecipare è per tutti coloro che tengono alto l’orgoglio della storica impresa sovietica e il ricordo dei propri eroi, caduti per salvare il mondo dalla peste bruna.
Per via della natura commemorativa dell’evento saranno ammessi i simboli storici e bandiere degli ex paesi sovietici, mentre non saranno tollerati simboli di alcun partito.

Comitato Organizzatore del Reggimento Immortale

Da un post di Alberto Fazolo – Nato a Roma nel 1979, Fazolo è economista, giornalista, scrittore e attivista politico. Ha vissuto due anni nel Donbass, dal 2015 al 2017, Regione che in questo momento è più che mai al centro delle cronache internazionali.  Nel corso della sua carriera, Fazolo ha scritto libri sulla situazione che l’Ucraina sta vivendo dal colpo di stato del 2014 quando fu estromesso dal suo incarico Viktor Janukvich. Fazolo si è recato nel Donbass e ha documentato la resistenza delle popolazioni locali contro le milizie che si rifanno chiaramente al nazismo e al fascismo. Il suo libro più famoso è “In Donbass non si passa. La resistenza anifascista alle porte dell’Europa”.

P.S.:

La polizia ha approvato la manifestazione del reggimento immortale a Berlino, ma con il divieto del nastro di San Giorgio, hanno detto gli organizzatori.

(Ricordiamo che il nastro di San Giorgio è il simbolo della vittoria russa sui nazisti).

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Vaccino, “il report sulla sicurezza coperto da segreto militare”: choc in Italia, cosa ci nascondono

Sulla carta c’è scritto che le case farmaceutiche sono obbligate a presentare periodicamente i rapporti sulla sicurezza dei vaccini anti covid che producono. C’è una determina dell’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, a stabilirlo. Ed è stata pure pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Peccato che queste relazioni sui vaccini Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sembrano un segreto di Stato: ad oggi alle due associazioni di promozione sociale Idu (istanza diritti umani, di Novara) e Dus (Diritti umani e salute, di Roma) che ne avevano fatto richiesta è stato risposto picche. Lo denuncia dalle colonne del Fatto Quotidiano Enzo Iapichino, uno dei legali delle associazioni che ha fatto richiesta di accesso agli atti e che poi si sono trovate costrette a presentare una querela alla Procura di Roma contro Aifa, il ministero della Salute, il Comitato tecnico-scientifico, l’Istituto superiore di sanità indicando varie ipotesi di reato, dall’omissione di atti d’ufficio al falso ideologico

Come racconta Iapichino a Natascia Ronchetti, è da novembre che cercano di leggere quei report. Il direttore generale dell’Aifa, “Nicola Magrini ci ha risposto che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche”, rivela l’avvocato. “Soprattutto che Aifa non detiene la documentazione richiesta. Magrini ci ha scritto di rivolgerci a Ema, l’agenzia europea del farmaco”. Cosa che hanno fatto, ma anche lì nulla da fare. “Ema ci ha opposto un diniego. Indicando tre motivi. Primo: i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull’autorizzazione incondizionata. Secondo: rientrano nelle eccezioni del loro regolamento, che attengono all’ordine pubblico e al segreto militare. Terzo: l’interesse di non incidere sulla decisione finale, che riguarda appunto l’autorizzazione, prevale sull’interesse pubblico. Assurdo. Perché in Italia abbiamo intere categorie obbligate a vaccinarsi”. Poi c’è stato il ministero della Salute, di nuovo l’Aifa, ma ad oggi ancora nessuna traccia delle relazioni. La conclusione di Iapichino è “che manca la trasparenza da parte delle istituzioni. Se parliamo delle relazioni sulla sicurezza dei vaccini a questo punto presumiamo che non ne siano in possesso. Se parliamo degli studi scientifici, presumiamo che li abbiano. Ma allora perché non li mettono a disposizione?”.

(Fonte)

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Affermazioni scioccanti

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20220429IPR28225/certificato-digitale-covid-dell-ue-il-pe-approva-la-proroga-di-un-anno

“beneficiare del diritto alla libera circolazione indipendentemente dall’evoluzione della pandemia”.

Ma che cavolo di frasi? Ma che cavolo di verbi?! “Beneficiare del diritto…”.

Ora gli diciamo pure ‘grazie’!

MA NON CI ERAVAMO LIBERATI DI QUESTA CARTA DI MERDA?! Scusatemi il francesismo, ma mi viene dal CUORE.

E quest’altra affermazione?!

“INDIPENDENTEMENTE dalla pandemia”! Allora lo vedete o no che questo coso non ha niente a che fare con la salute delle persone?! Lo vedete anche voi, deficienti PRO GREEN COSO?!

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Meno male che l’ha detto il Papa!

Meno male che perfino il Papa ha usato semplicemente la ragione (che manca a troppi italiani, insieme alla voluta ignoranza di fatti storici) per dichiarare le stesse cose che ha dichiarato un Orsini che infine la democrazia ha premiato cacciandolo dall’Osservatorio che teneva alla Luiss. Cacciato perché ha riferito fatti storici! Cacciato perché ha usato la ragione e l’onestà intellettuale! Cacciato perché siamo liberi e democratici, come ci ricorda Draghi. Però non è stato solo cacciato, ma anche definito filorusso e filoputiniano e, ahimè, anche al Papa è toccata questa sorte.

Vi consiglio intanto questo limpidissimo articolo sul pensiero del Papa e su i fatti storici:

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/radici-guerra-ucraina-secondo-papa-francesco-2031168.html