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Risponde un Medico

Egregio Sig Marco Paleari a proposito di quello che ha scritto non posso non risponderle.

Sono un Medico di quelli che lei definisce ciarlatani anti scienza e dai quali non vorrebbe essere curato. Sa, sono anche un Medico che da marzo 2021 è entrato nel Gruppo Terapia domiciliare C-19 e ha iniziato a curare centinaia di persone in tutta Italia.
Persone positive al tampone abbandonate dai Medici di Base che quando rispondevano al telefono altro non era che Tachipirina, vigile attesa e se state male chiamate il 118, naturalmente nessuna risposta il sabato, la domenica e le feste comandate.

Noi invece del tutto gratuitamente eravamo sempre disponibili, con il telefono sempre acceso e se non potevamo rispondere richiamavamo.

Ricordo bene il giorno di Natale e a Capodanno 2021 60 telefonate e 60 messaggi…sempre disponibili anche a prescrivere i farmaci necessari in base al decorso clinico della malattia, Farmaci che le persone andavano a comprare perché il loro Medico oltre la Tachipirina non prescriveva.

Non conoscevo nessuna delle persone che ho curato ma forse lei non può capire che cosa provavo ogni volta che mi comunicavano che si sentivano meglio, che i sintomi stavano regredendo, che si erano negativizzati . Quante belle parole ho ricevuto e che sorpresa vedere arrivare tanti di loro a Trani in vacanza appositamente per conoscermi.

Lei non è Medico… come può avere l’ arroganza e la competenza di dare del Ciarlatano a chi invece Medico lo è?
Perché sarei un ciarlatano? Perché ho ragionato con la mia testa e con le mie conoscenze e non secondo quello che dicevano le virostar televisive?
Perché ho ritenuto fin da subito assurdo rendere difficoltose l’ esecuzione di autopsie (di fronte ad una nuova malattia indispensabile mezzo per capirne la fisiopatologia), perché ho ritenuto assurdo per una malattia infettiva respiratoria chiudere per tre mesi le persone in casa mentre continuava ad entrare gente in Italia negli aeroporti e via mare, perché ritenevo assurdi certi provvedimenti che nulla avevano di Medicina Preventiva come il salutare con il gomito, con il pugno, inseguire con gli elicotteri persone che passeggiavano solitarie sulla spiaggia, marito e moglie uno avanti e uno dietro in auto, disinfettarsi le mani ogni volta che si entrava in un negozio, permesso di andare a trovare i congiunti a Milano e non tra Trani e Bisceglie che distano 8 km, virus che esce ad orari, virus che colpisce prima in piedi e poi seduti al bar, mascherine di stoffa e di carta che bloccano la diffusione del virus, banchi a rotelle…

Sono un ciarlatano perché non ho mai prescritto a nessuno la Tachipirina e perché sono stato a contatto continuo giornaliero e più volte al giorno per i casi più gravi con le persone che seguivo?

Sono un ciarlatano perché sono andato a leggermi la scheda tecnica di Pfizer e di Moderna e ho letto sin da subito che il V. non è mai stato sperimentato per quel che riguarda la trasmissione dell’infezione (lo faccio per gli altri è una falsità), che il V. è stato sperimentato per tre mesi in persone dai 16 ai 60 anni sane nessuna sperimentazione in persone oltre i 60 anni con patologie, in bambini e in gravidanza, che non esistono studi di genotossicità e cancerogenicità, che il meccanismo di azione è quello di fare produrre alle nostre cellule la proteina Spike che è la proteina tossica del virus …

Sarei un Ciarlatano perché non ho creduto a qualche virostar che durante qualche trasmissione televisiva sosteneva che chi era vaccinato non avrebbe potuto trasmettere il virus, puntualmente smentito da quanto accaduto con tri e quadri dosati che si sono infettati e hanno infettato.

Sarei un Ciarlatano perché non ho creduto a qualche altra virostar che ha affermato che dopo la seconda dose di poteva star tranquilli per 10 anni.

Sarei un ciarlatano perché ho fatto il Medico come mi hanno insegnato all’università? sarei stato cacciato a pedate dal Mio professore di Clinica Medica se all’esame avessi risposto che una polmonite si cura con vigile attesa e Tachipirina.

Lei non vuole farsi curare da noi medici ciarlatani, liberissimo di pensarlo. Noi in realtà a differenza di altri medici ed infermieri che hanno detto cose inimmaginabili sui non vaccinati, curiamo tutti: vaccinati, non vaccinati, bianchi, neri, gialli, ucraini , russi, intelligenti, idioti…

Qualcuno ha pure detto che dovremmo metterci una spilletta, ottima idea. Moltissimi sono sicuro andrebbero a cercare proprio quelle spillette.

Stia tranquillo comunque troverà sempre qualcuno pronto a curarlo se un giorno diventerà positivo. Le assicuro che se anche troverà in Pronto Soccorso due medici con la spilletta avrà le cure migliori anche se non posso assicurarle che non gli verrà richiesta una consulenza psichiatrica da parte di un Medico freevax.

Dottor Gianni Grilli

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Analisi di Marco Zuccaro

Di Marco Zuccaro

Il cosiddetto “annuncio senza precedenti” preannunciato da Jens Stoltenberg («non riconosciamo l’annessione di territori ucraini alla Federazione Russa; tale annessione rappresenta l’escalation più grave dall’inizio del conflitto») si è infine rivelato un bluff, al pari degli episodi di stampo cinematografico preparati dall’attore comico Zelensky. Non ho mai visto il segretario della Nato così in difficoltà: a tratti balbettava, lasciando quasi intendere che non sapesse bene cosa dire. Ad ogni modo, non ha parlato con autorevolezza.

Il rischio di uno scavalcamento delle regole in seno all’alleanza atlantica, da motivarsi per l’eccezionalità degli eventi odierni, non è mai stato concreto.

Stoltenberg ha affermato che la Nato «non è parte del conflitto» e che occorre il parere favorevole di tutti e 30 i suoi membri prima che l’Ucraina possa accedere all’organizzazione (il che non accadrà, e certamente non accadrà nel breve periodo). In sostanza si sono udite da lui le argomentazioni di sempre, già ripetute innumerevoli volte.

La Nato vuole “continuare a supportare Kiev”, ma non ha la minima intenzione di agire alla luce del sole e di assumersi la responsabilità di un conflitto pianificato e concretizzato dagli americani. Non ora, almeno.

Putin, con la sua mossa, ha passato la palla alla Nato, che sua volta l’ha ripassata a Putin per mezzo del suo segretario quando questi ha chiarito che l’Ucraina «ha tutto il diritto di riprendersi i territori annessi» (e di farlo servendosi delle armi della Nato stessa, ovviamente).

Tutto questo baccano per nulla, dunque? Non proprio. Le zone di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk sono ufficialmente divenute territorio russo. Oggi è una giornata di portata storica, che fa registrare la schiacciante superiorità strategica e geopolitica della Russia e ci riconsegna un’immagine semplicemente impietosa delle dirigenze occidentali, che ne escono ridimensionate se non proprio umiliate, avendo mostrato al mondo la propria incapacità di confrontarsi con una diplomazia vera. Detto altrimenti: a Ovest non sanno cosa fare quando non si ricorre alle armi.

Del resto: la Nato risponderà cercando – com’è evidente da tempo – di prolungare questa follia il più possibile (“si vuol fare dell’Ucraina un altro Afghanistan”, si diceva), facendo in modo, però, che la natura del conflitto resti saldamente di tipo convenzionale (non per caso lo stesso Stoltenberg ha dichiarato, per ovvie ragioni, che «una guerra nucleare non può mai essere combattuta»).

Al contempo, gli apparati politici e mediatici degli Stati dell’alleanza atlantica stanno facendo di tutto per tenere alta la tensione e la paura onde poter fiaccare e controllare più facilmente le loro popolazioni, che saranno (e che in parte sono già) sottoposte a gravissime conseguenze. Difatti, per quanto Stoltenberg si sforzi di far credere che questa guerra riguardi solo l’Ucraina e la Russia, sono tutti i Paesi europei a essere chiamati a pagare pesantemente – in termini economici e sociali – perché essa prosegua al fine di garantire a) il dominio statunitense sul Vecchio Continente; b) la cristallizzazione di un allontanamento tra Federazione Russia ed Europa (e Germania in primis) che gli americani vorrebbero definitivo e insanabile.

E se per un lato registriamo la cieca fedeltà di Meloni verso i suoi padroni d’Oltreoceano (non riesco a quantificare quanto pessima sia stata la figuraccia che ha fatto, e parliamo di colei che presumibilmente verrà piazzata a capo del prossimo governo italiana), per l’altro lato la mutata situazione geopolitica ci impone di riflettere su quel che potrebbe accadere di qui a breve.

Perdonerete il mio cinismo, ma a parer mio ora tutto dipende dall’incisività dei prossimi attacchi russi. Mi chiedo e vi chiedo: se Kiev dovesse continuare ad attaccare regioni divenute formalmente russe, la risposta del Cremlino sarà realmente così dura come promesso da Putin? Dacché do per scontato che l’Ucraina continuerà ad attaccare i russi in queste zone, mi aspetto e che Mosca risponda con una brutalità mai vista in questi ultimi mesi, e che la Nato se ne stia ferma a osservare. In tale scenario la fine della guerra, pur passando attraverso una dimostrazione di forza che causerà ulteriore devastazione, si avvicinerebbe.

Viceversa, laddove Ucraini e Russi continuassero a confrontarsi così come fatto finora, mi sorgerebbero dei dubbi molto profondi sull’effettività di due schieramenti nettamente distinti e in conflitto tra loro. In tal caso inizierei a pensare alla possibilità che esista qualcuno che manovra gli agenti visibili per interessi non facilmente identificabili, ma comunque sia legati al prosieguo della guerra nel tempo. In tal senso, la possibilità di una escalation di tipo nucleare verrebbe costantemente sottoposta agli occhi dell’opinione pubblica pur non costituendo mai, nei fatti, un’ipotesi concreta: essa servirebbe solo per costringere le popolazioni europee alla sopportazione mansueta di qualunque tipo di “sacrificio”.

Ad ogni modo, cosa possiamo fare in questo contesto, tenuto conto di tutto? Anzitutto considerare i nostri politici per quelli che essi sono: degli emeriti imbecilli; ma soprattutto non lasciarsi intimorire, non avere paura di nulla. Potrà sembrare un aspetto secondario, ma la rimozione della paura sarà ciò che ci permetterà di restare lucidi durante tutto questo inverno, reagendo così come Cristo comanda ai possibili – forse probabili – provvedimenti che il prossimo governo emanerà contro di noi, siano essi legati all’energia, all’alimentazione, al coprifuoco o ad altre strategie militari o para-militari.

I due anni di gestione pandemica dovrebbero averci insegnato a non restare zitti dinnanzi al sopruso del potere amministrativo e alla cancellazione dei nostri diritti. Io perciò attendo il prossimo periodo con serenità e determinazione, e vi invito a fare altrettanto.

Del resto, come ho già scritto in passato: di guerre sparse per il mondo, nel momento in cui scrivo, ve ne sono diverse, e non di tutte ci interessiamo così come di quella russo-ucraina. Se per quest’ultima è doveroso avere un occhio di riguardo, non è perché il popolo ucraino o quello russo meritino più considerazione di quello palestinese o di qualunque altro, bensì perché per essa viene severamente compromessa la qualità delle nostre vite.

Proprio in ciò deve individuarsi la nostra priorità: nel benessere del nostro popolo, del nostro e non d’altri. Coloro i quali imbastiscono, assai ingenuamente, dei discorsi etici o morali attorno alle responsabilità dello scoppio e del prosieguo della guerra in Donbass dimenticano un aspetto fondamentale, di cui non tengono minimamente conto: quale che sia la parte ad avere maggiori responsabilità in questa guerra, in un simile scenario non vi è nulla di più immorale di uno Stato esterno al conflitto che, pur di fare “il bene” di una delle parti, sacrifica le sue stesse genti, facendo il male di queste. Da un punto di vista etico, uno Stato non dovrebbe minimamente muoversi se non può, dapprima, garantire che il suo popolo non subirà delle conseguenze nefaste per le sue azioni calate dall’alto.

D’altronde, a voler tirare in mezzo la morale quando si parla della guerra si corre sempre il rischio di risultare tremendamente e insopportabilmente ipocriti. Vorrei ben dirlo, a bombardare Belgrado, a due passi da noi, nel cuore dell’Europa, non più di qualche anno fa, c’erano anche i caccia italiani.

Sorvolo sul fatto che l’Ucraina non faccia parte né della Nato, né dell’Unione Europea; tanto è cosa di cui non frega niente a nessuno.