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Sulla Regina Elisabetta

Credo fermamente che la vita umana, e così la sua fine, meriti rispetto, proprio in quanto umana. Ma la morte non dovrebbe rendere nessuno intoccabile, neanche i sovrani. Soprattutto i sovrani. Questa è una foto della Regina Elisabetta ad Aden, nel 1954. Negli anni a seguire la Corona ha governato il Sud dello Yemen, al tempo una colonia britannica, deportando e uccidendo oltre 200.000 yemeniti per soffocare i moti indipendentisti. Al contempo, in Kenya, l’impero creava veri e propri campi di concentramento per estinguere la ribellione dei Mau-Mau. Pochi anni dopo, in Nigeria, partecipava al genocidio/olocausto di oltre 3.000.000 di Igbo, così da impedire l’indipendenza del Biafra e proteggere i propri interessi petroliferi nella regione. Al contempo, come se non bastasse, tramite l’Operazione Legacy distruggeva per sempre le prove dei propri crimini coloniali, e in Canada approvava l’istituzione di scuole residenziali colpevoli di aver indottrinato, abusato e assassinato centinaia di bambini indigeni negli anni. Per completare il tutto, la Corona ha bandito la presenza di lavoratori appartenenti a minoranze etniche a Buckingham Palace fino alla fine degli anni ’60. Anche questo è il lascito della Regina Elisabetta. Un lascito di violenza coloniale e saccheggio, di segregazione razziale e di razzismo istituzionalizzato. Ed è per questo che, mentre il mondo intero celebra e osanna il sangue blu, è di un altro sangue, quello rosso, che voglio fare memoria: il sangue delle vittime. Per favore ricorda che la Regina Elisabette non è stata un residuo del colonialismo. Ne è stata parte attiva.

(Nicolò Govoni, classe 1993, scrittore e attivista per i diritti umani originario di Cremona. Presidente e Direttore esecutivo dell’organizzazione non-profit Still I Rise, tra i nominati al Premio Nobel per la Pace 2020.)

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Autore:

La verità è il pane degli intelletti robusti. (Arturo Graf)

5 pensieri riguardo “Sulla Regina Elisabetta

  1. Sicuramente dietro di lei c’erano consiglierei, ministri e via dicendo che gestivano il tutto; anche perché lei è salita al trono troppo giovane perciò inesperta. Inoltre, chiunque sceglie o per forza di cose è costretto a scegliere la via del comando finisce in un modo o nell’altro a macchiarsi indirettamente le mani di sangue. Diciamo che lei è stata principalmente il volto; colei alla quale far riferimento nel bene e nel male

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    1. Un volto che sapeva tutto di questi massacri, ma ne ha mai parlato? Ha finto di non vedere… del resto, per due anni Julian Assange è stato nel Regno Unito e lei neanche una parola ha speso per lui. Capisco che era un simbolo, na un simbolo che ha messo le firme a quello che è accaduto, un simbolo che ha ignorato i crimini, un simbolo che non si è opposto. Per lei doveva essere cosa normale conquistare popoli e uccidere gli abitanti…

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      1. Lo sapeva di certo, ma non è detto che non si sia opposta. Come ci è capitato di vedere attraverso documentari o anche film sappiamo che i simboli a volte non hanno tutto il potere che ci fanno credere, ma sono altri a manovrarne i passi. E una ragazza così giovane ed inesperta sarà stata di sicuro “affiancata” da altri. Il silenzio poteva essere autodifesa, come stai sostenendo, oppure una sorta di penitenza personale per quello che lei stessa sapeva stava succedendo.
        Con tutto ciò non intendo difenderla, ma solo evitare che ci si soffermi in superficie. Far riflettere insomma.

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      2. Comprendo il tuo discorso, anche se non lo condivido del tutto, per esempio non credo che il suo silenzio fosse paragonabile a una sorta di penitenza, molto più probabile che fosse per autodifesa. Oppure semplicemente, essendo nata in mezzo a persone che ritenevano normale fare quello che facevano, lei non ha fatto altro che seguire queste persone e il suo destino. Voglio capire poi la giovane età e l’inesperienza, però poi è diventata adulta, è maturata, è invecchiata… insomma, mi ci metto più nei panni dei popoli che hanno subìto la violenza del Regno Unito piuttosto che nei suoi e nel suo glorioso destino.

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